Si chiama D-Arianna ed è un’app che aiuta i giovani nella prevenzione del binge drinking, pratica che consiste nel consumare consecutivamente più di 5 bevande alcoliche per i maschi e più di 4 per le femmine.
L’applicazione è stata sviluppata da Giuseppe Carrà e Massimo Clerici (rispettivamente ricercatore e professore ordinario di psichiatria all’Università Bicocca di Milano) in collaborazione con Paul E. Bebbington, professore emerito dello University College di Londra.
L’applicazione presenta una serie di domande preparate ad hoc dai ricercatori, come ad esempio il rapporto con l’alcol e con le droghe, l’età in cui si è iniziato io consumo di alcol e stupefacenti, il lavoro svolto, la situazione familiare, l’opinione personale su tali sostanze. In base alle risposte, attraverso un’equazione matematica, l’app permette di individuare il livello di rischio: basso, medio o alto.
La sperimentazione di D-Arianna ha dato risultati incoraggianti. Durante la ricerca, i giovani dei locali notturni della movida milanese sono stati avvicinati da 12 formatori d’età analoga. I formatori hanno intervistato i ragazzi ponendo i quesiti forniti dall’app. Il test è stato ripetuto a distanza di due settimane ed ha rivelato che grazie all’intervento il fenomeno del binge drinking è diminito, passando dal 37% al 18%.
D-Arianna rappresenta un modo esemplare di come la tecnologia possa essere applicata con successo in campo sociale, per lavorare sulla sensibilizzazione dei giovani. I digital native, infatti, possono trovare più stimolante e immediato l’uso di un’app, scaricabile in pochi secondi sul proprio smartphone.
Se volete più informazioni su D-Arianna, collegatevi al seguente link: darianna.org. S. B.