Paolo Crepet “Giovani lobotomizzati da alcol e droga”/ “Genitori sono i nuovi pusher”

Lo psichiatra Paolo Crepet sul crescente abuso droga e alcol tra i giovanissimi dice che “La responsabilità è dei genitori”, per combattere l’emergenza basterebbe far rispettare la legge

Lo psichiatra Paolo Crepet, intervistato dal quotidiano La Stampa, analizza l’emergenza abuso di alcol e droghe tra i giovanissimi, alla luce degli ultimi fatti di cronaca afferma “Questo è il nuovo disastro sociale“, che viene troppo spesso sottovalutato sia dalle famiglie che dalle scuole. Secondo il sociologo, ci troviamo di fronte ad una generazione di ragazzi che si rifugia nelle sostanze per scappare dai problemi della quotidianità, e avverte che “Tra qualche anno non sarà più possibile tornare indietro, così avremo perso tutti“.
I pericoli andrebbero prevenuti dai genitori, che invece “Fanno finta di niente e non affrontano l’emergenza“. Crepet parla del rischio alcolismo che può nascere anche da una semplice sbornia, e dice “da episodio sporadico, si può trasformare in assuefazione all’alcol con problemi fisici e psicologici che poi continuano nel tempo fino all’etilismo o, nel peggiore dei casi, alla morte“. Da condannare è soprattutto la “sbornia di gruppo” che diventa un vero e proprio “rito di appartenenza ad un branco“, tutto questo, ricorda lo psichiatra “con i soldi dati da mamma e papà“.

Paolo Crepet “Alcol e droga tra i giovanissimi? Basterebbe far rispettare la legge”

Uno dei principali problemi dei giovani che si anestetizzano con alcol e droga piuttosto che affrontare i problemi, secondo lo psichiatra Paolo Crepet, è rappresentato dai genitori. Lo scrittore afferma che “Sono i nuovi pusher” perchè permettono tutto, indifferenti, senza prestare attenzione ai ragazzi e tollerando gli spacciatori come se fosse la normalità. Una battaglia persa, alla quale non è servita a nulla neanche l’esperienza degli anni 70, quando l’eroina uccideva i giovanissimi.

E anche la scuola ha le sue responsabilità, dice Crepet, “È inutile che i dirigenti scolastici continuino a dire che non possono controllare gli alunni perché non sono sceriffi, perché la storia dei ragazzi che andavano a scuola con la vodka nelle bottigliette dell’acqua è grottesca”. Quale potrebbe essere quindi la possibile soluzione a questo problema sociale? Crepet afferma che basterebbe seguire le regole che esistono già, “Lo stato non deve essere repressivo, ma più attento verso le nuove generazioni“, e conclude “Controlli più rigidi nei locali che servono alcolici a minori e maggiori sanzioni“. Far rispettare la legge quindi,  sarebbe già sufficente.