Siamo ormai in pieno Avvento. Fra alberi, luci, corsa ai regali e mercatini, ricordiamoci di spendere qualche momento di riflessione sul nostro agire. Natale è la festa dei valori, della famiglia: non si celebra solo la nascita del Signore, ma l’amore universale verso il prossimo, amore che comincia dal rispetto. Il rispetto c’è quando consideriamo il nostro prossimo come persona, come un dono prezioso che arriva al nostro fianco.

Quando sentiamo bestemmiare qualcuno, dobbiamo ricordare che non sta offendendo solo Dio, ma anche chi è presente ed ascolta . Bestemmiare significa esercitare una violenza gratuita verso il prossimo, perché la bestemmia è pura violenza, violenza che è persino priva di un movente. Se ricevi un’offesa, perché invocare Dio? Perché bestemmiare il Principio? Perché non provare a chiedere spiegazioni?

Questo Natale, riflettiamo sul modo in cui agiamo. Cerchiamo di individuare i momenti in cui siamo stati blasfemi e domandiamoci perché e se è servito.

Spesso si bestemmia con il solo intento di imprecare. Bene, nel prossimo Natale sforziamoci di compiere un esercizio: se dobbiamo imprecare, sostituiamo la bestemmia e ogni volgarità con un pensiero diverso: ampliamo il vocabolario che la nostra splendida lingua ci mette a disposizione con amore. S. B.