Quante volte utilizziamo le parole senza conoscere la loro origine?

Oggi voglio parlarvi dell’origine dei due termini che costituiscono il tema di questo blog: bestemmia e blasfemia.

La parola blasfemia deriva dal greco blasphemìa ed è una parola composta dal verbo blàptein, che significa ingiuriare +phéme, che significa ingiuriare. Blasfemia è la parola ingiuriosa che viene rivolta alla divinità da qualcuno scellerato e irrispettoso delle cose divine.

Bestemmia deriva dal latino volgare biastèmia e poi biastemma, “storpiature” del più nobile termine greco.

Stiamo parlando dunque di una parola che ha origini antichissime e che è sopravvissuta pressoché intatta sino ai nostri giorni. Ciò testimonia quanto il tema dell’ingiuria verso gli dèi e poi Dio sia sentito da sempre. 

In passato i bestemmiatori erano condannati con pene severissime, addirittura con la morte. Nelle città italiane del Medioevo, coloro che erano accusati di blasfemia erano rinchiusi all’interno di una gabbia (la cheba) e appesi alla torre comunale. Lì erano lasciati a morire di sete e fame, diventando facile pasto per i corvi.

Ai tempi nostri abbiamo imparato che le punizioni non cancellano i peccati bene come possono fare l’educazione e il buon senso. Insegniamo ai nostri giovani il valore insulso della bestemmia e ad usare con originalità la splendida ricchezza della nostra lingua, anche nei momenti in cui sarebbe più facile il turpiloquio. S. B.