Non si può certamente non essere d’accordo con questo direttore di gara, molte più partite dovrebbero avere lo stesso esito finale…

Incredibile ma vero, è successo nella provincia di Trento. La partita tra Vermiglio e Ozolo Maddalene, gara di recupero dell’ultima giornata del girone D del torneo di Seconda Categoria, è durata poco meno di 70 minuti. Poi il direttore di gara (il cui nome è sconosciuto: nessuna delle due società ricordava il nome dell’arbitro e sul sito dell’Aia non è presente la designazione della gara in oggetto) ha dovuto sospendere il match. Campo impraticabile? Assolutamente no. Un grave infortunio che impediva ai calciatori di proseguire la partita con la giusta serenità? Nemmeno. Problemi legati alla sicurezza personale con l’arbitro che si sentiva minacciato da giocatori o spettatori (ogni tanto, purtroppo, capita)? Acqua acqua. Il motivo è molto più semplice: l’Ozolo Maddalene, che in quel momento conduceva la gara per 1 a 0, era rimasto con sei giocatori sul terreno di gioco. La rosa corta e gli infortuni non c’entrano proprio nulla in questo caso: la squadra nonesa ha infatti subito cinque espulsioni (più quella del tecnico e del direttore sportivo dalla panchina) nell’arco di trequarti di gara. E tutte (tranne quelle dei due “panchinari”) per la medesima motivazione: linguaggio blasfemo. E a quel punto arriva anche il triplice fischio.