“Abuso di alcol, casi in aumento tra i giovani”

La dottoressa Maura Tedici: “Con la pandemia è cresciuto il numero dei guidatori ubriachi. Stabile la dipendenza dalle droghe”

Il Covid ha cambiato le nostre abitudini e purtroppo anche aumentato certe dipendenze. Il consumo dell’alcol tra i più giovani è tra i fenomeni più preoccupanti. La dottoressa Maura Tedici, responsabile dell’unità complessa farmaco tossico dipendenze dell’ex Asl 11 di Empoli, analizza questi due anni di pandemia.

Lockdown, restrizioni, nuove regole hanno portato a un aumento delle dipendenze?

“Dobbiamo premettere che ciò che vediamo e registriamo al Sert non per forza corrisponde alla realtà. Qui arriva chi cerca un aiuto, e sono accessi volontari. Ma c’è poi tutta una platea che accede da altri canali: dalla prefettura, dalle misure alternative, o a causa del ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. In quest’ultimo caso, dal 2019 a ora abbiamo riscontrato un aumento”.

La pandemia ha determinato un incremento di soggetti che abusano di alcol?

“Sicuramente c’è stato un aumento di giovani trovati alla guida con tasso alcolemico molto alto. Negli ultimi due anni abbiamo registrato il 14% in più di accessi di soggetti tra i 19 e i 25 anni. I locali chiusi hanno fatto diminuire aperitivi e bevute dopo cena all’esterno, ma hanno probabilmente favorito il consumo nelle case private. I giovani si ritrovavano a casa di amici e dopo aver bevuto troppo si mettevano alla guida”.

L’aumento dell’abuso di alcol ha riguardato anche fasce d’età più alte?

“In coloro che già frequentavano il Sert è stato riscontrato un peggioramento della loro dipendenza. Molti hanno riferito di aver bevuto più del solito nel periodo di lockdown. L’accesso al servizio, in generale, è aumentato di circa il 12%. L’età media è di 45 anni. Le pubblicità e le promozioni sui social del consumo, in particolare di vino, nel periodo del lockdown, con consegne a domicilio, non sono state d’aiuto a chi già aveva la tendenza a bere”.

Sul consumo delle droghe i numeri cosa dicono?

“Che i consumatori di eroina e cannabis sono rimasti sostanzialmente stabili. La dipendenza da eroina, in particolare, non è mai decresciuta ma neppure aumentata. I soggetti dipendenti entrano ed escono dal nostro servizio. Per venirne del tutto fuori ci vogliono diversi anni. Un’attenzione maggiore va data alla dipendenza della cocaina, perché coca e alcol spesso vengono consumati insieme. Lo dimostrano i casi di violenza, di femminicidi, in cui l’aggressore quasi sempre ha entrambe le dipendenze”.

E la dipendenza dal gioco d’azzardo?

“La pandemia non l’ha fatta aumentare. Con la chiusura delle sale slot e le restrizioni negli spostamenti, gli amanti del gioco hanno avuto meno occasioni a disposizione. Nei due anni di emergenza sanitaria abbiamo riscontrato anche un altro aspetto, che per certi versi ci ha sorpreso”.

Quale?

“Tutti i nostri pazienti, cocainomani, eroinomani, alcolisti, non hanno mai manifestato insofferenza durante gli accessi al servizio, nonostante le nuove norme. Da soggetti con dipendenze importanti ci si poteva aspettare comportamenti diversi, invece hanno sempre rispettato le regole: distanziamento e uso della mascherina, attese all’esterno in tutte le condizioni atmosferiche. Solo un numero esiguo dei pazienti non si è vaccinato. Tutti coloro che hanno avuto un inserimento lavorativo si sono sottoposti al vaccino. Molti hanno anche svolto volontariato in servizi di supporto alla lotta contro il Covid, sentendosi parte della comunità”.