IL PERCORSO DELL’ASPIRANTE CALCIATORE
- La prima cosa che un bambino fa subito dopo aver imparato a camminare è quella di prendere a calci un pallone;
- Appena compie 5/6 anni i genitori, giustamente, lo iscrivono alla scuola calcio;
- L’istruttore di turno, invece di preoccuparsi del percorso di crescita e integrazione del bambino/ragazzo all’interno del gruppo, pensa bene di trasmettere le proprie conoscenze per trovare la strada più corta che porta alla “vittoria”.
- Ne consegue che il bambino/ragazzo, invece di pensare a divertirsi, si ingegni, coadiuvato anche dal genitore che pensa di avere in casa “Maradona”, per arrivare alla tanto desiderata “vittoria” della “Coppa del Nonno” percorrendo le strade della:
- Simulazione;
- Protesta; 7) Imprecazione; 8) Bestemmia.
- Tutto ciò accompagna il giovane “talento” fino all’età adulta quando, in campi polverosi di periferia (la tanto desiderata carriera calcistica è andata a farsi benedire), grazie anche all’accondiscendenza di arbitri “sordo/ciechi”, continuano a simulare, protestare e soprattutto a bestemmiare. Ne scaturiscono partite come quella di sabato 11 febbraio tra Offida e Montottone Grottese che, “grazie” al comportamento della squadra locale, doveva essere sospesa per BLASFEMIA!!!!! (Art.12 Noif: cartellino rosso per ingiurie)
Portereste i vostri figli piccoli ad assistere ad una partita di calcio dilettantistico o di settore giovanile?
Se la risposta è no, capite benissimo che il calcio, così com’è oggi, è finito.
Per salvarlo occorre iniziare dalle piccole cose; espellere con il rosso diretto (così come da regolamento) chi è reo di bestemmia.
Magari cerchiamo di far concentrare gli arbitri su questi aspetti invece di soffermarsi su cose insignificanti come, ad esempio, il rispetto dell’ordine in panchina o dell’area tecnica………..
Polisportiva Grottese calcio ASD