Il tecnico umbro ha assistito dalla tribuna l’ultimo match perso dai suoi contro la Lazio: «La situazione sta sfuggendo di mano»

Serse Cosmi siede sulla panchina da poco più di una settimana ma sta già facendo parlare di sé per il suo celeberrimo carattere da “duro”. Il tecnico umbro, chiamato a sostituire Giovanni Stroppa, alla guida del Crotone ultimo in classifica, è stato anche scelto dalla società del presidente Vrenna, per essere un grande motivatore che di certo non le manda a dire.

Insomma, la figura giusta per una squadra quasi spacciata e che può tentare il miracolo salvezza puntando principalmente sulla classica “scossa” emotiva, facendo leva sul carattere più che sulla tecnica. Il campo, al momento, ha prodotto per Cosmi la sconfitta in casa dell’Atalanta (a 24 ore dal suo arrivo in Calabria), la vittoria per 4 a 2 contro il Torino e la sconfitta per 3 a 2 all’Olimpico contro la Lazio. La classifica resta preoccupante, ma soprattutto nell’ultimo match contro i biancocelesti, si è vista una squadra pronta a combattere fino alla fine.

Cosmi e le bestemmie 

A Roma, Cosmi ha dovuto assistere alla partita dalla tribuna per via della squalifica da scontare in seguito all’espressione blasfema in occasione della partita precedente, giocata allo Scida contro il Torino. Nel post Lazio – Crotone, il tecnico umbro è tornato però sull’episodio ed in particolare sul discorso legato delle bestemmie in campo: « Il fatto che nemmeno quando si rientra nel tuo spogliatoio non ci si possa lasciare andare, per così dire, implica che la situazione sta sfuggendo di mano secondo me – ha affermato l’allenatore, che ha poi continuato il suo sfogo – spero si possa prendere in considerazione eventuali modifiche a questo genere di normativa, in merito al concetto di blasfemia, nella maniera giusta. Fino a prova contraria penso di vivere in un Paese laico». L’allenatore dei pitagorici ha poi aggiunto: «Ci sarebbe da disquisire anche sul contenuto della norma stessa, ma non lo voglio fare per non far entrare in mezzo associazioni clericali. O modificano le norme o le persone che stanno vicino agli spogliatoi» A segnalare la bestemmia proferita da Cosmi all’intervallo della sfida vinta dai pitagorici sette giorni fa è stato infatti un collaboratore della Procura Federale.

Avellino calcio, Braglia: Squalifica? Stavolta non ho bestemmiato”

Sulla squalifica per la bestemmia pronunciata contro la Paganese: Mi dà fastidio, perché non ho bestemmiato. Ogni tanto le dico, come tutti, ma domenica non ho bestemmiato. A Potenza ho capito perché mi hanno squalificato, stavolta no e non posso difendermi neppure”.

Subito dopo il triplice fischio finale della partita di venerdì 12/03/2021 tra Lazio e Crotone, conclusasi con il risultato di 3-2, il tecnico dei calabresi, Serse Cosmi, ha dichiarato che con lui in panchina la sua squadra avrebbe sicuramente evitato la sconfitta. Come sopra riportato, il tecnico seguiva la partita dalla tribuna in quanto squalificato a seguito di una espressione blasfema (bestemmia) proferita durante la partita precedente. La cosa sconcertante di questa vicenda è che il tecnico si arroga il diritto a bestemmiare in quanto, a suo dire, l’Italia è un paese laico e quindi la bestemmia non dovrebbe toccare la suscettibilità di nessuno. Il Sig. Cosmi dimentica che davanti alla tv, a seguire le partite di calcio, oltre ai credenti, ci sono anche molti bambini che vedono nei calciatori e negli allenatori i loro beniamini. Specialmente in questo tempo dove, causa pandemia, gli stadi sono totalmente privi di pubblico ogni frase sussurrata in campo viene catturata da telecamere e microfoni piazzati a bordocampo, sarebbe il caso che gli “attori” protagonisti che scendono in campo abbiano quantomeno comportamenti ed espressioni che rispettino soprattutto quelle fasce di età più vulnerabili che fanno dei loro beniamini esempi da seguire. Ora, se chi deve dare esempio, si lascia andare a volgarità come la bestemmia è chiaro che il messaggio che passa nella mente del bambino che segue la partita in tv è che, per ottenere un determinato status, la prima cosa da fare è quella di seguire comportamenti ed espressioni simili a quelle dei loro beniamini….e il danno è fatto. Così come il Sig. Braglia, allenatore dell’Avellino, quando , a cuor leggero, ammette  “ogni tanto le dico, come tutti” . Sembra quasi che, specialmente nello sport, non si possa fare a meno di bestemmiare o che bestemmiare faccia aumentare le proprie prestazioni sportive…. Non possiamo poi lamentarci dei nostri bambini/ragazzi che imparano prima a bestemmiare che a calciare un pallone….se gli esempi sono questi!!!!!