Allarme dei genitori: alcol e porno minacce per minori
Dalla ricerca emerge che il 65% dei pub, bar e discoteche frequentati dai ragazzi vendono bevande alcoliche senza controllare l’età dei consumatori. E quasi la meta’ dei baristi, il 48%, continua a vendere alcol nonostante lo stato di ubriacatura dei minorenni
ROMA – Bevande alcoliche, sigarette e cannabis e siti
porno sono troppo accessibili ai minori. E’ l’allarme lanciato dal Moige, il movimento italiano genitori. I dati della ricerca presentata in Senato dal titolo ‘Venduti ai minori’, effettuata su un campione di 1.388 giovani tra gli 11 e i 17 anni, si riferiscono all’insieme dei problemi che possono coinvolgere i giovani: alcol, tabacco, cannabis fino al gioco d’azzardo, pornografia e videogiochi. Dalla ricerca emerge che il 65% dei pub, bar e discoteche frequentati dai ragazzi vendono bevande alcoliche senza controllare l’età dei consumatori. E quasi la meta’ dei baristi, il 48%, continua a vendere alcol nonostante lo stato di ubriacatura dei minorenni.
Preoccupano anche i capitoli pornografia e cannabis. Sul primo fronte il Moige sottolinea che non sono adeguatamente utilizzati i filtri per l’accesso, tramite smartphone, tablet e pc, ai siti pornografici. E poi solo il 15% dei rivenditori di connessione, prosegue l’indagine, hanno avvertito del rischio pornografia utilizzando i device con le loro connessioni. Ben il 56% dei rivenditori dei videogiochi vende ai minori dei videogiochi 18+ cioè con contenuti violenti o volgari.
Rispetto all’uso delle droghe leggere, dall’indagine emerge che nel 68% dei ‘cannabis shop’ il prodotto e’ stato venduto anche ai minorenni: in 7 negozi su 10, si legge nella ricerca, erano assenti indicazioni relative all’uso del prodotto per i minorenni: nel 30% dei casi non erano presenti cartelli, nel 35% i ragazzi dichiarano di non averci fatto caso, quindi non erano esposti in luogo visibile.
Infine il gioco d’azzardo e il fumo. Sul primo fronte, al 62% dei minori, denuncia il Moige, non è stato mai chiesto il documento per verificarne l’età ed in un caso su due il rivenditore non si è rifiutato di far giocare d’azzardo il giovane.
Per l’accesso alle sigarette l’accesso dei minori avviene attraverso le tabaccherie, considerando invece l’acquisto tramite i distributori automatici il campione della ricerca sostiene di aver aggirato il problema della verifica dell’età facendosi prestare la tessera sanitaria da un amico più grande per 66% dei casi. Dato preoccupante infine: il 15% segnala che la verifica dell’età non era attiva.