Alcol, l’abuso aumenta il rischio di Alzheimer e Parkinson. Giovani e anziani i più vulnerabili

Preoccupano i consumatori occasionali, tra cui 104 mila giovani. Incrementati gli accessi al Pronto Soccorso

L’ abuso di alcol, insieme a diabete e inquinamento, costituisce anche una delle principali cause di aumento del rischio di malattia di Alzheimer e di Parkinson, secondo uno studio anglo-canadese pubblicato su ‘Nature Communications’”. Lo sottolinea il presidente della Società italiana di neurologia (Sin) Alessandro Padovani, dell’Università di Brescia, per l’Alcohol Prevention Day, la Giornata mondiale di prevenzione dell’abuso di alcol, proclamata il Collaborating Centre on Alcohol and Public Health Policy Research dell’Oms per il 18 aprile, con l’obiettivo di fornire informazioni aggiornate sugli effetti negativi dell’abuso di alcol per la salute e la società.   

I dati

Nel nostro Paese aderiscono l’Istituto superiore di sanitàla Società italiana di alcologia (Sia) e l’Associazione italiana dei Club alcologici territoriali Aicat per promuovere sul territorio la cultura della prevenzione, della consapevolezza e della responsabilità individuale e sociale, anche in funzione della piaga, in continua crescita, degli incidenti stradali per abuso di alcol soprattutto tra i neopatentati.   “Come abbiamo indicato nel “Manifesto One Brain One Health” che riassume la strategia italiana per la salute del cervello 2023-2031, oggi siamo esposti a diversi fattori di rischio cumulativi che impongono un approccio olistico che li consideri tutti – rimarca Padovani – Quindi non solo i già noti ipertensionediabete e obesità, ma anche fattori legati allo stile di vita come l’esercizio fisico e il consumo di alcol“. 

Giovani i più vulnerabili

Particolarmente vulnerabili ai danni dell’abuso sono i giovani: negli Usa prima dei 21 anni d’età, questa è una delle principali cause di morte prevenibili per incidenti stradali, omicidi, binge drinking (overdose di alcol), cadute, ustioni, annegamenti e suicidi. La situazione non cambia molto in Italia: il Rapporto Itisan 2023 dell’Iss indica che l’alcol è il terzo fattore per rischio di malattia e morte prematura dopo fumo e ipertensione arteriosa.  Un’altra indagine Iss (Passi 21-22) indica che tra i 18 e i 21 anni, nonostante in questa fascia d’età la soglia di alcolemia consentita sia pari a zero, il 4% dei guidatori si mette al volante dopo aver bevuto. 

Eccessivo consumo di alcolici e anziani

Sul versante opposto – evidenziano ancora i neurologi – si trova l’eccessivo consumo di alcolici da parte degli anziani, segnalato fra gli altri dagli American Addiction Centers secondo cui l’alcol è la sostanza d’abuso più usata dopo i 65 anni. Per la Samhsa (Substance Abuse and Mental Health Services Administration) l’11% degli over 65 è affetto da binge drinking, beve tanto da avere una concentrazione plasmatica pari o superiore a 0.08  g/dl. Nell’anziano – avvertono gli esperti – questo può comportare disidratazione, interazioni con i vari farmaci che spesso assume per le comorbidità di cui spesso soffre, come diabete, ipertensione,  miocardiopatie, epatopatie, osteoporosi, disturbi della memoria e  dell’umore.