Attenti allo sballo, si diffonde la piaga dell’alcolismo…
L’alcolismo è una piaga sociale. Nessuna generazione ne è immune, ma sono i giovani a pagare le conseguenze più gravi. Durante il periodo natalizio abbiamo assistito ad una riedizione della moda degli aperitivi, il più delle volte costruita ad arte ed incentivata da grandi marchi produttori di vino e liquori per invogliare i giovani a bere.
Si sono notate masse enormi di ragazze e ragazzi bivaccare ai tavolini dei bar con spritz, vino, prosecco e superalcolici. Raramente sono stati serviti panini ed aranciate. Un fiume di alcol si è riversato sulle comitive festanti. Nelle strade una folla multicolore, infatti, ha affollato i punti di approvvigionamento alcolico specialmente nei giorni delle vigilie, quando le attese e le speranze sono grandi. Nei luoghi della movida per l’occasione è stata allestita una scenografia artefatta. Musica techno ad alto volume per allietare migliaia di corpi sudaticci che si sono sfiorati e ricompattati. Molti sorrisi e qualche grido sguaiato. Il rumore improvviso, tonfo e cupo, dei botti, ogni tanto, rompeva il silenzio con un carico di fumo e catrame. Altro che atmosfere ovattate del magico Natale. Gli aperitivi hanno portato una rivoluzione che ogni anno si arricchisce di nuovi particolari. Qualcuno più anziano ha storto il naso e non sono mancate le critiche per gli eccessi. Nessuno, però, vuole fermare il tempo per indurre rapide marce indietro. I giovani hanno tutto il diritto di vivere e di comportarsi come meglio credono. Anche le generazioni passate sono state aspramente criticate dagli adulti per gli atteggiamenti assunti e per il modo di intendere la socialità. I più anziani ricordano il periodo dei capelloni, quando i giovani furono messi all’indice per il solo fatto di portare i capelli lunghi. In quell’epoca i Rokes, che interpretavano le atmosfere del momento, cantavano “Ma che colpa abbiamo noi?”. Esiste, dunque, un confronto dialettico antico quanto il mondo, tra le nuove e le vecchie generazioni, che hanno faticato tanto per intendersi e per trovare punti di accordo. Qualcuno, però, deve anche ricordare ai giovani di evitare gli eccessi che portano solo danni e problemi. Lo sballo deve essere assolutamente evitato dai giovani quanto dagli anziani. Le statistiche indicano che i danni creati dall’eccessivo uso di alcol sono in grande aumento. Almeno il 6 per cento dei decessi ogni anno avviene a causa dell’alcolismo, responsabile anche del 25 per cento degli incidenti automobilistici. Molte patologie croniche, che colpiscono soprattutto il fegato e l’apparato nervoso centrale, sono correlate all’abuso di alcol. Va bene divertirsi, dunque, ma attenzione a non alzare troppo il gomito. Per quanto riguarda gli aperitivi potrebbe essere utile sapere che questa moda è quanto di più antiquato possa esserci. Gli spritz furono inventati nel Diciannovesimo secolo quando gli austriaci, che occupavano vaste zone dell’Alta Italia, usavano allungare i vini veneti, considerati molto alcolici con acqua. Inoltre negli anni Ottanta da Liverpool si diffuse l’usanza di ritrovarsi a bere alcol di pomeriggio. I lavoratori inglesi che uscivano dalle fabbriche alle 17, infatti, erano soliti fermarsi a bere nei pub, consumando qualche snack avanzato dalla colazione, non disdegnando di bere birre ed alcol in grande quantità. Questa abitudine, diffusasi rapidamente in tutta Europa fu definita con troppa approssimazione ‘Happy hour’, da cui sono nati gli apericena. Bisogna anche ricordare che l’usanza di bere aperitivi al pomeriggio contraddice il caposaldo della dieta mediterranea, basata su tre pasti principali: colazione, pranzo e cena.