L’alcolismo giovanile: esordio, prevenzione e cura

Nel suo percorso evolutivo, il giovane può avvicinarsi a sostanze che se abusate creano problematiche, facendone uso non responsabile. Una di queste è l’alcool. Per questo, è necessario parlare di alcolismo giovanile, esordio, prevenzione e cura. Diventa dipendenza quando non se ne può fare a meno. L’alcolismo è, allora, una sindrome patologica determinata dall’assunzione di grandi quantità di alcool. Lo è anche l’alcolismo giovanile.

L’adolescenza e i giovani

Nel suo percorso evolutivo, il giovane può avvicinarsi a sostanze che se abusate creano problematiche, facendone uso non responsabile. Una di queste è l’alcool. Per questo, è necessario parlare di alcolismo giovanile, esordio, prevenzione e cura.

Diventa dipendenza quando non se ne può fare a meno. L’alcolismo è, allora, una sindrome patologica determinata dall’assunzione di grandi quantità di alcool. Lo è anche l’alcolismo giovanile.

L’adolescenza, che dura dai dodici ai venticinque anni circa, è la fase della vita che segna il passaggio dall’età infantile a quella adulta. I giovani, cronologicamente compresi tra i quindici e i ventinove anni, sono anch’essi adolescenti soggetti a cambiamenti fisici, psicologici, affettivi, relazionali, sociali e cognitivi.

Durante quest’età, l’individuo impiega le energie per conquistare indipendenza, autonomia. Definisce la propria identità matura e responsabile.

L’età giovanile è quella dei conflitti, dei disequilibri e della ribellione verso le figure adulte come espressione della voglia di crescere e scegliere autonomamente: qui si può generare una vera e propria crisi, dalla quale la persona esce con una propria identità separata da quella dei genitori.

Giovani e alcool

Consideriamo che l’adolescenza e la gioventù sono età critiche: l’individuo ha un atteggiamento provocatorio e attua comportamenti a rischio per ribellione. E in questo particolare e delicato momento di crescita, il processo di dipendenza può portare fino all’autodistruzione.  

Una di queste è l’alcool. Sostanza storicamente nutritiva, era assunta anticamente dagli schiavi che costruivano le piramidi egizie. Mentre non mancava mai nei banchetti dei Greci, fino all’attuale produzione di alcool in birra, vino, liquori più o meno graduati, cioè alcolici.

L’alcool è la droga più diffusa. Accettata nella società, si trova facilmente e se ne può fare uso quotidiano. Diventa dipendenza quando non se ne può fare a meno.

L’alcolismo giovanile

L’alcolismo è, allora, una sindrome patologica determinata dall’assunzione di grandi quantità di alcool.

Il fenomeno che relaziona quest’uso ai giovani è preoccupante. L’Organizzazione Mondiale della Sanità vieta il consumo di alcol ai minori di sedici anni, come pure l’acquisto. Ciò per prevenire problematiche gravi a livello sanitario, come pure in ambito psicologico e sociale. Infatti, poiché l’alcooldipendenza si ripercuote negativamente sulla persona e sul suo sviluppo.

Effetti dell’abuso di alcol sul cervello e sul corpo umano

Il cervello termina il processo di maturazione individuale, iniziato alla nascita, verso i venti anni. Questo può essere alterato dai forti stimoli provenienti dall’uso dell’alcol.

Da qui è comprensibile che il corpo umano a venti anni non possiede ancora gli enzimi destinati alla metabolizzazione dell’alcool, per cui le bevande alcoliche risultano molto più nocive al giovane che all’adulto.

Il giovane che è dipendente dall’alcool matura numerose assenze e insuccessi scolastici. Come pure comportamenti aggressivi e violenti. I rischi sono cognitivi e sociali. E di sviluppare problemi familiari.

A livello fisico, possono subentrare gravi malattie, quali epatiti e cirrosi; a livello affettivo e cognitivo si annoverano depressione, suicidio, demenza; a livello sociale c’è l’assenza dal lavoro per gli individui che non studiano, le ospedalizzazioni frequenti, gli incidenti stradali e domestici.

Questa grave forma di tossicodipendenza porta la persona a non riuscire a controllare il desiderio di assumere l’alcol. Infatti, crea dipendenza fisica e mentale. Le tossine si accumulano nei tessuti dell’organismo umano restando intrappolate, provocando un’intossicazione.

Quali sono le cause per cui un giovane si avvicina all’alcool divenendo dipendente?

Una è dimenticare situazioni di disagio psichico, di sofferenza affettiva, di dolore fisico, i problemi quotidiani.

I ragazzi non risolvono, comunque, la difficoltà che li ha portati a non potersi privare dell’alcool. Non hanno consapevolezza che, in seguito, essa si presenta aggravata dalle conseguenze della dipendenza dalla stessa sostanza.

Se da un lato c’è una certa problematica che affligge e preoccupa, dall’altro preme la natura esplorativa del giovane. Vuole scoprire e fare nuove esperienze. Allo stesso modo, ci si può ubriacare per divertirsi. Si va diffondendo, così, la moda del ‘binge drinking’, cioè bere molta quantità di alcool fino ad ubriacarsi e ad intossicarsi, a stordirsi.

L’ubriachezza, cioè l’agire dell’alcool sulle cellule cerebrali, comportano euforia, disinibizione a livello comportamentale. Fino a perdere il controllo nei casi di forte assunzione. Farlo per ubriacarsi e lasciarsi andare è una delle cause di assunzione.

Un’altra causa che spinge il giovane a bere sembra essere motivata dal voler entrare più velocemente nel mondo degli adulti e sentirsi tali. Anche per essere accettati dal gruppo di amici.

Ancora, c’è l’assenza di obiettivi e il disinteresse, che portano alla noia e a sentirsi inutili.

Modalità comportamentali dell’alcolista

L’antropologo e psicologo Gregory Bateson ha riferito che nello stato di ebbrezza, lo stato mentale è quello della lotta contro il bere e contemporaneamente vuole bere ancora un po’.

L’autocontrollo è ridotto. Gli altri non sono presi in considerazione. La paura di non farcela a riprendere in mano la propria vita può essere occasione di cambiamento, attraverso il sostegno di amici e parenti.

A livello comportamentale, l’alcolista non comunica con gli altri. Dunque è difficile fargli ammettere di avere un problema.

Effetti delle assunzioni di alcool sulla personalità

Gli effetti sulla personalità ne provocano un cambiamento, includendo modificazioni del carattere dell’individuo. Coesistono sbalzi d’umore, difficoltà comunicativa, diminuzione del senso di responsabilità. Come pure trascuratezza fisica, incapacità di concentrarsi, ansia, aggressività, isolamento, depressione, senso di colpa.

Gli effetti sociali dell’assunzione continua di questa sostanza sono: aumento delle gravidanze involontarie, le violenze sessuali e le malattie sessualmente trasmissibili; infatti l’alcool esorcizza le paure, abbassando le difese.

I giovani che abusano di alcool hanno scarse prestazioni scolastiche e comportamenti problematici. E’ lampante la necessità di controllare questi ultimi per contrastare una tendenza ad accettare atteggiamenti socialmente inaccettabili e a dare importanza ad una autonomia non ancora matura.

A tal proposito è necessario stabilire atti preventivi del disagio per allontanare queste forme caratteriali e di personalità.

Il ruolo dei genitori per la risoluzione del problema dell’alcolismo giovanile

Il rapporto genitori – figli deve essere instaurato in un clima protettivo educativo fin dalla tenera età. Madre e padre osservano i figli e consentono a questi ultimi l’esplorazione del mondo circostante e lo sviluppo dell’autonomia. Verificandosi questa condizione, i problemi giovanili si presentano più facili da risolvere.

In ogni caso, i genitori sono tenuti a riconoscere i motivi dei figli ad assumere alcol: piacere del rischio per rendersi indipendenti, per sentirsi grandi; facilitare le relazioni interpersonali; sembrare più emancipati e diventare leader tra i pari.

Se non c’è una guida l’alcool è un rischio, dati anche gli effetti piacevoli di sentirsi parte di un gruppo, come su sottolineato. Inoltre, trasgredire i valori e le regole degli adulti per scoprire con i pari ciò che è vietato, produce curiosità!

Da qui, l’importanza di dialogare con i ragazzi, soddisfare le curiosità rispondendo sinceramente a domande, per quanto possano mettere in difficoltà gli adulti che sperimentano sentimenti di vergogna o imbarazzo.

Il dialogo genitori/figli

Parlare di alcool ai figli adolescenti è un compito non facile per i genitori che devono farne comprendere la pericolosità: è importante il buon esempio, crescere i giovani in un contesto familiare dove se ne fa un moderato uso.

I giovani vanno informati che l’organismo si abitua all’alcool e quindi ne richiede ancora, per cui è facile diventare dipendenti.

Il dialogo con figure esperte

Vietare è controproducente per via dell’aspetto provocatorio che contraddistingue l’età giovanile, per cui il malessere grave provocato dalla dipendenza dall’alcool va spiegato attraverso un sano dialogo.

Questo può avvenire con esperti del settori, professionisti della salute. Essi devono spiegare ai giovani che non ci si deve astenere dal bere, ma è necessario scegliere di farlo in maniera consapevole.

Infatti, il consumo non è nocivo, ma superato il limite c’è abuso, e si può parlare di alcolismo giovanile.   

Professionisti esperti possono far comprendere che conformarsi al gruppo dei pari attraverso l’alcolismo non porta alla leadership. Bensì a debolezza e incapacità di affermazione del sé, ad una malattia da cui è difficile uscire.

I giovani devono diventare maturi e capaci di gestire i propri comportamenti controllandoli.

Ciò è possibile se sostenuti da spiegazioni e informazioni di operatori esperti disponibili all’ascolto.

Prevenzione dei problemi legati al consumo di alcol dei giovani

La prevenzione primaria per l’alcolismo giovanile è quella che inizia in famiglia. Questa è considerata come base sicura e solida. L’individuo deve sentirsi desiderato e accettato dai genitori che sono una guida attenta nelle difficoltà della crescita.

Cure possibili per l’alcolismo giovanile

Madri e padri possono stimolare i giovani a intraprendere attività sportive e al buon rendimento scolastico in prospettiva futura, e renderli partecipi dei loro progetti.

La scarsa autostima non permette ai giovani di affrontare i disagi, per cui essi vanno incoraggiati e rassicurati, mentre critiche e iperprotezione non sono strumenti utili.

Gli esperti, in merito all’alcolismo giovanile, parlano di dipendenza fisica e di quella psicologica: la prima consiste nell’assunzione nel tempo dovuta ad assuefazione o tolleranza e indica un progressivo adattamento dell’organismo agli effetti della sostanza.

La dipendenza psicologica relativa all’alcolismo giovanile si riferisce al desiderio intenso e irrefrenabile di assumere la sostanza per poterne sperimentare gli effetti piacevoli o per evitare i sintomi spiacevoli legati all’astinenza, quali agitazione, irritabilità, nausea, insonnia, tremori.

Dallo stile di vita al sostegno sociale, ad un percorso che permetta al giovane di acquisire la forza e la volontà per superare i problemi psicologici provocati dalla dipendenza: su questo bisogna agire. Come pure comprendere la necessità di una terapia individuale e di gruppo, magari coinvolgendo i casi più gravi in programmi residenziali presso strutture specializzate.