Preoccupa molto l’abuso di alcol fra i giovani
In Europa ogni giorno 800 persone (48 in Italia) perdono la vita a causa di patologie in qualche modo correlate all’alcol: tumori (29%), cirrosi (20%), malattie cardio-vascolari (19%) e incidentalità (18%) e un decesso su quattro si registra tra i giovani di 20-24 anni. L’alcol non è mai innocuo ma la pericolosità aumenta con il consumo giornaliero superiore a 20 gr nel sesso femminile (oltre un bicchiere di vino) e 30-40 gr nel sesso maschile. È importante sapere che le femmine sono più vulnerabili a causa della carenza di difese enzimatiche nello stomaco e per un minore volume corporeo di distribuzione. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi l’astinenza assoluta dall’alcol nell’età dello sviluppo, dei quasi 9 milioni di Italiani che consumano elevate quantità di alcol, la maggioranza sono adolescenti di 16-17 anni e over 65.
Due sono i principali comportamenti che aumentano il rischio di danni da alcol: il consumo abituale è quello, in crescita vertiginosa, del «binge drinking» cioè il consumo smodato episodico che determina ubriacatura. Gli eventi più drammatici si registrano nei soggetti «binge drinker», con la insorgenza improvvisa di insufficienza epatica acuta su preesistente danno epatico cronico da alcol o altra patologia, evento spesso mortale se non trattato tempestivamente con trapianto di fegato. In Lombardia, la metà dei trapianti di fegato interessa pazienti con malattia da alcol. La lotta all’alcol deve essere un imperativo di valore sociale, poiché i danni dell’alcol non si limitano al consumatore, ma si ripercuotono anche sulle famiglie e sulla comunità in generale attraverso il deterioramento delle relazioni personali e di lavoro, i comportamenti criminali, la perdita di produttività e i costi a carico dell’assistenza sanitaria stimati, a livello planetario, in 25 miliardi di euro l’anno.