Alcol già a 11 anni
Gli esperti del settore indicano un preoccupante abbassamento della cosiddetta “età di prima assunzione”: a volte accade che questa avvenga persino fra gli 11 e i 12 anni. “La cosa che più preoccupa è che questo consumo avviene con gli amici fuori casa, nonostante ormai si conoscano i danni che causa l’alcol. Ci sono due aspetti che vanno tenuti presente. Il primo riguarda il tipo di consumo, il secondo ha a che fare con le conseguenze, anche molto gravi che possono verificarsi. Una volta il consumo in famiglia portava a progressivo adattamento e alla capacità di autocontrollarsi, che invece oggi sembra mancare. Va però ricordato che se in passato era considerato normale bere il vino ai pasti, fin da giovani, oggi gli studi hanno dimostrato in modo inequivocabile che l’alcol è dannoso almeno fino ai 18 anni, con conseguenze non solo a carico del fegato, ma anche del cervello e del sistema nervoso” spiega l’esperto.
Perché i ragazzi bevono?
E’ cambiato dunque il modo di bere, ma anche le motivazioni sono differenti. Le informazioni sugli effetti dell’alcol sono note, ma i casi come quello di Busto Arsizio continuano a verificarsi. “Da un lato i danni dell’alcol sono sottovalutati, dall’altro ci sono meccanismi sociali che rendono difficile per un adolescente contrastare la pressione del gruppo dei pari: i ragazzi hanno bisogno di stare con i coetanei e pur di far parte del gruppo si adeguano, non riescono ad opporsi e finiscono con l’omologarsi, imitando i compagni che bevono” spiega Roberto Di Monaco, che insiste sul ruolo delle agenzie
educative: scuola e famiglie.
Che ruolo hanno le famiglie?
“Ciò che più manca è il dialogo, sia con gli insegnanti a scuola, sia con i genitori a casa. Non serve limitarsi a spaventare i ragazzi o impedirgli di uscire, ma non va bene neppure un comportamento troppo permissivo. Occorre, piuttosto, un dialogo più partecipato, specie con la madre. Spesso l’abuso di drink e cocktail è espressione di un disagio, dell’incapacità di contrastare la pressione che arriva dal gruppo dei pari, dei coetanei, non c’è la forza di dire di ‘no’, perché si ha paura di essere isolati. Molti giovani nelle nostre ricerche hanno manifestato la sensazione di sentirsi non valorizzati, sia a scuola che a casa” spiega il sociologo. “Paradossalmente gli studi hanno mostrato come a volte i ragazzi considerino un aiuto l’inapsrimento dei divieti sull’alcol, ma alzare l’età minima non è l’unica soluzione, anche perché le norme vigenti sono già facilmente aggirabili, se c’è un amico maggiorenne che può comprare alcolici. Quello che manca, invece, è la capacità di controllo dei propri comportamenti” dice Di Monaco.
Quali danni: dal fegato al sistema nervoso e cervello
I danni più noti dell’alcol sono quelli a carico del fegato, che insieme all’apparato digerente nei giovani maturano poco prima di 20 anni. Ma anche cervello e sistema nervoso subiscono le conseguenze, spesso irreversibili del consumo di drink alcolici. Se nel breve termine gli effetti possono essere una maggiore fragilità, sbalzi d’umore, riflessi lenti e perdita della memoria breve, ripercussioni si possono avere anche nel lungo periodo: “Gli studi dimostrano che l’alcol interagisce con la rigenerazione delle sinapsi alla base del sistema nervoso e del funzionamento del cervello, in termini di memoria e intelligenza. L’alcol nei giovani, nei quali questi collegamenti sono riorganizzati in modo massiccio, agisce sfoltendo e riducendo questi meccanismi e dunque influendo in modo negativo sulle performance del cervello. Gli effetti si possono notare subito nel rendimento scolastico, ma possono anche trascinarsi nel tempo” spiega Di Monaco.
Particolarmente a rischio sono le femmine, ossia proprio coloro che sempre più spesso bevono per non mangiare, a stomaco vuoto, per sentirsi sazie. Vasi e tessuti nei ragazzi non sono ancora in grado di sostenere lo smaltimento del processo etilico; il loro deterioramento più essere più rapido e può portare a danni anche nel lungo periodo, come la possibilità di tumori al cavo orale. “A volte, però, non occorre attendere del tempo, anche una sola sbornia può portare a coma etilico, specie nelle ragazze” aggiunge Di Monaco.