l grido d’allarme del parroco: “Canne e alcol prima della scuola”

Monsignor Stefano Zanella racconta lo scenario che vede ogni mattina davanti alla sua chiesa: “Se parli con i genitori di quello che fanno i loro figli, ti rispondono che non ti devi permettere”

Per terra, lungo il muro, ci sono i mozziconi. Il tabacco è stato tolto, li hanno usati per farsi le ’canne’, sigarette alla marijuana. E l’aria, la mattina presto, profuma d’erba, quella fumata per stordirsi. In un angolo, oltre una striscia di prato, c’è anche una bottiglia, vuota. E’ liquore, Aperol, quello che si usa per fare gli spritz, per l’aperitivo. Che in genere è intorno alle 19, le sette di sera. Qui invece, davanti alla parrocchia dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine, piazzale Dante Alighieri, alcuni studenti giocano d’anticipo. Già la mattina, prima del suono della campanella, l’aria è densa di ’fumo’.

Fuori moda la birra. Vanno a whiskey, buttato giù a sorsate appena un’ora dopo essere scesi dal letto per andare a scuola. Si piazzano lungo un lato della chiesa, dove ci sono alcune nicchie che diventano bivacchi. Alcuni di questi giovanissimi si siedono e si bevono la vita sui davanzali delle finestre, oltre i vetri le sale della parrocchia. E così, già ubriachi, entrano in classe. E’ preoccupato monsignor Stefano Zanella, il parroco. Per la deriva che alcuni giovani stanno prendendo, ormai da qualche anno. “Possibile che mi accorga solo io di quello che succede qui, di quello che avviene ogni mattina quando i ragazzi vanno a scuola?”, una domanda che resta sospesa, in attesa di una risposta che non arriva, lo sguardo a quel tappeto di mozziconi, cartacce. Il cestino lì vicino, inutile souvenir.

Ha parlato con questi ragazzi?

“Certo, proprio l’altro giorno ho provato a confrontarmi con uno di loro. Aveva una sigaretta alla marijuana, fumava. Gli ho chiesto perché lo faceva, perché si buttava via così. Mi ha risposto, ma cosa vuole che mi facciano due tiri?”

I genitori?

“Mi ha detto che li vede solo alle cinque del pomeriggio, che non si accorgono di nulla”

Ha provato a parlare con le famiglie di questi adolescenti?

“Certo. E vuole sapere cosa rispondono?”

Prego

“Che non ti devi più permettere, che i loro ragazzi non fanno certe cose, che sono bravi ragazzi”

Cominciano a bere prima di entrare a scuola, entrano nelle aule ubriachi?

“Sì, fanno colazione con le bottiglie di Aperol, con i superalcolici e poi vanno in classe, per fare lezione”

E di quello che succede si accorge solo lei

“Evidentemente sì. I genitori, i ragazzi che frequentano la parrocchia sono preoccupati”

Che tipo di attività fate con i vostri ragazzi?

“In questo territorio della città la realta pastorale ancora funziona. Tra i Salesiani e San Benedetto e la parrocchia dell’Immacolata molti giovani si accostano ad un percorso educativo che è al di fuori di quello di altre agenzie”

Non è solo un percorso religioso

“E’ certo un percorso religioso, ma non solo. Accoglie persone che hanno voglia di mettersi in cammino, in un percorso di vita, fatto di impegno nel sociale. Sono riuscito a fare come ogni anno un campo per i ragazzi delle scuole medie, per i ragazzi delle superiori. Eravamo una cinquantina di persone tra educatori e giovani. Durante tutto l’arco dell’anno facciamo attività pastorale. La possibilità di fare qualcosa di diverso c’è, vogliamo garantirlo per i giovani. Il grido che lancio è proprio questo. Le agenzie educative sembrano non accorgersi del disagio nel quale alcuni di questi ragazzi vivono”.