Non cessa di preoccupare la diffusione del binge drinking fra i giovani e giovanissimi.

Giovani e adolescenti trascorrono il fine settimana, consumando grandi quantità di alcol. Associazioni e psicoterapeuti stanno esplorando e analizzando il fenomeno.
Dietro al binge drinking si nascondono il bisogno di conformismo e la presenza di difficili situazioni familiari.

I ragazzi accettano la terapia dietro obbligo delle famiglie: purtroppo il 35% di loro ricade quasi subito nel vortice.  Due minorenni su 10 che entrano in terapia sono di sesso femminile: dato che stupisce, poiché culturalmente i consumatori di alcol sono per lo più maschi.

Il problema è serio, perché oltre ai danni fisici – devastanti per il metabolismo del minorenni – ci sono quelli sociali. L’abuso di alcol distrugge le relazioni interpersonali, che sono estremamente delicate negli adolescenti.

La domanda che rimbomba nelle nostre teste è la seguente: perché nella nostra società, i nostri figli scelgono la via dell’autodistruzione? Più che interrogarci sui possibili rimedi, dovremmo riflettere sul nostro operato. Dove sbagliamo come genitori ed educatori? Cosa ci chiedono i nostri figli che noi non riusciamo a dargli? Perché le nuove generazioni sono attanagliate da un senso di vuoto, che spesso riempiono colmando il bicchiere? S. B.