Alcol, report Oms contro l’abuso di alcolici nei giovani

Incidenti stradali, aggressioni, ictus e infarto sono quattro inconvenienti che possono avere un comune denominatore, l’abuso di alcolici.

Incidenti stradali, aggressioni, ictus e infarto sono quattro inconvenienti che possono avere un comune denominatore, l’abuso di alcolici. Arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il nuovo appello a ridurre i consumi di alcol, alla luce dei dati dell’ultimo report.

Tra tutti i decessi attribuibili all’alcol, tre quarti riguardano gli uomini e il 28% è dovuto a infortuni e sinistri mentre il 21% è legato a disturbi dell’apparato intestinale, come la cirrosi epatica, il 19% a malattie cardiovascolari; il resto a tumori, disturbi mentali o altre condizioni di salute. È del 5%, descrive il rapporto, l’impatto del bere su malattie, come ipertensione, obesità, diabete, sindrome alcolica del feto.

Secondo una revisione pubblicata su Lancet, sono i giovani a destare preoccupazione: se nel mondo, più di un quarto (27%) di tutti i ragazzi di 15-19 anni sono bevitori, nel vecchio continente questa percentuale arriva al 44%. Cosa si beve? Nel complesso, il 45% sono superalcolici (distillati e liquori), la birra è al secondo posto con il 34% dei consumi, e al terzo il vino (12%).

Per limitare il consumo incontrollato l’Oms ripropone azioni come l’aumento delle tasse sulle bevande alcoliche, restrizioni sulla pubblicità, ulteriore limitazione nell’accesso ai punti vendita.

Secondo analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia ha fatto un passo indietro il modello mediterraneo, alcolici a tavola mentre si mangia, con moderazione. Si afferma il modello anglosassone, bere fuori dagli orari dei pasti, come dimostrato dalla tendenza, trainata dai giovani, al binge drinking, bere per ubriacarsi, che in Italia si traduce in oltre 40mila accessi annuali al pronto soccorso per intossicazione acuta.