Chiuso il minimarket che ha provocato l’intossicazione di una 15enne.

La ragazza aveva comprato la vodka prima di andare in discoteca. Multato il gestore, serrande abbassate per 15 giorni.

Da negozio di giocattoli più amato dai bambini a minimarket dove vendere alcol ai minori. Il locale dell’ex Puccio si macchia di un reato deprecabile: rifilare superalcolici ai minorenni senza verificarne l’età. Tanto da causare l’intossicazione alcolica di una 15enne che ha portato alla multa del gestore e alla chiusura del market per 15 giorni.

Il locale in corso Porta Po 74 – gestito dallo scorso marzo da un cittadino bengalese e situato di fronte alla chiesa di San Benedetto, luogo di ritrovo di numerosi giovani, vicino alle scuole e ad una discoteca – nell’ambiente giovanile e scolastico era conosciuto da tutti i giovani come luogo di vendita di alcolici ai minori senza particolari problemi.

Le voci sono state quindi oggetto di una puntuale verifica da parte degli uomini della polizia di Stato, da sempre impegnati nella lotta contro l’abuso di alcol da parte dei minorenni.

La vicenda risale alla sera del 23 dicembre quando un gruppo di ragazze tra i 14 e i 17 anni, prima di entrare in discoteca, si sono recate presso il minimarket e hanno acquistato una bottiglia di vodka e una di succo di frutta per aromatizzarla. La vendita è stata effettuata dal commerciante che, secondo quanto dichiarato dalle minori, si è raccomandato di nascondere il superalcolico avendo evidentemente capito la giovane età del gruppetto.

Sempre nei pressi del minimarket, le minorenni hanno fatto un cocktail con le due bevande riempiendo delle bottigliette di acqua di plastica (che si erano premunite appositamente) ed hanno bevuto prima di recarsi davanti alla discoteca.

Giunte sul posto, gli addetti alla sicurezza hanno notato che una di queste (classe 2002) era in evidente stato di ebbrezza in quanto barcollava e parlava in modo confuso. La sicurezza l’ha fatta accomodare nell’atrio dell’ingresso per darle assistenza. Poco dopo la ragazza ha accusato una sorta di svenimento e pertanto, con l’aiuto delle amiche, è stato chiamato il padre che preoccupato della sorte della figlia ha richiesto l’intervento dell’ambulanza.

La ragazza ricorderà a lungo quella antivigilia di Natale in quanto, vittima di intossicazione da alcol, l’ha dovuta trascorrere ricoverata presso l’ospedale di Cona per smaltire la sbornia.

Gli accertamenti successivi svolti dall’Ufficio Minori e dalla Polizia Amministrativa hanno consentito di risalire all’esatta ricostruzione dei fatti. Ovvero che, senza possibilità di equivoci, l’operatore del minimarket aveva venduto una bevanda di superalcolico a soggetti minorenni, senza richiedere l’esibizione del documento di identità per l’accertamento della maggiore età cosi come previsto dalla legge Balduzzi.

Il bengalese, classe 1984, è stato sanzionato per quella vendita illegale con verbale di contestazione pari a 333 euro ma il questore di Ferrara ha ritenuto doveroso e opportuno procedere anche alla chiusura per motivi di ordine e sicurezza pubblica applicando l’articolo 100 del Tulps per il pericolo effettivo sulla salute dei minori e per la tranquillità dei cittadini.

Le minori coinvolte nella vicenda sono state sentite a sommarie informazioni testimoniali alla presenza dei genitori e ovviamente hanno appreso i dettagli della serata solo davanti agli ispettori della Polizia Amministrativa.

Questo fenomeno purtroppo non è isolato per la città di Ferrara in quanto una recente indagine sull’intera Regione Emilia Romagna nelle giornate dei sabato sera i pronto soccorso delle città si riempiono di minori di 12, 13 e 14 anni colti da intossicazione acuta da alcol con gradi di tasso da etanolo pari a 2 o 3 grammi/litro.