C’E’ POCO IMPEGNO NEL TENERE LONTANI I GIOVANI DALL’ALCOL
L’età dei consumatori di alcol si abbassa inesorabilmente e allo stesso tempo emergono fenomeni nuovi

DOMANDA:
CARO DIRETTORE, a Milano basta fare un giro sui Navigli (e non solo nel fine settimana) per rendersi conto come ormai dell’alcol siano diventati schiavi anche i giovanissimi. Li vedi nei bar o fuori dai locali pubblici, già sazi (anzi: saturi) di alcol nelle prime ore della serata. Nonostante il fenomeno sia evidente a chiunque abbia a che fare con i giovani, dal punto di vista della prevenzione e dell’educazione se ne parla poco, troppo poco. Con il rischio di esporre un’intera generazione a molteplici rischi.

RISPOSTA:
SUL «GIORNO» ce ne siamo occupati anche con l’inchiesta uscita sul numero in edicola ieri. L’età dei consumatori di alcol si abbassa inesorabilmente e allo stesso tempo emergono fenomeni nuovi. Come quello della pericolosissima abbuffata alcolica del fine settimana. Quando, in poche ore, giovani e adolescenti ingurgitano una gran quantità di bevande ad alto tasso alcolico. Sul brevissimo periodo, le conseguenze sono note: abbiamo già scritto troppe volte di ragazzini finiti in coma etilico. Ma al di là della fase acuta, la dipendenza da alcol può poi rovinarti una vita intera. Credo che la scuola e le istituzioni debbano essere più attenti. E che il divieto di somministrazione di alcolici ai minori debba essere fatto rispettare con vigore. Ma ritengo che, anche in questo caso, il compito educativo sia soprattutto dei genitori dei ragazzi. Che dovrebbero parlare di più coi figli, punire i comportamenti scorretti e premiare quelli virtuosi.