GIA’ a 13 anni passano le serate bevendo molto per sballarsi. Cinque, sei, sette drink uno dietro l’altro in velocità. Un gioco pericoloso perché i singoli episodi si trasformano presto in una cattiva abitudine che nel tempo mette a rischio la salute. Parliamo di binge drinking, un fenomeno del sabato sera che spaventa sempre più le famiglie e che può avere conseguenze gravi. “Lo scompenso acuto da alcol è un fenomeno preoccupate e insidioso, che si fatica a spiegare. Fra l’altro ha effetti diversi da paziente a paziente perché alcune persone bevono molto, regolarmente, per decenni prima di avere problemi, e ad altre basta un fine settimana di eccessi per sviluppare un danno simile? Si fatica a capirlo, ma si pensa che entrino in gioco fattori genetici. Inoltre in un caso su due questi giovani pazienti ricoverati con forme acute muoiono”, spiega Patrizia Burra, direttore dell’Unità Trapianto multiviscerale Azienda ospedaliero universitaria di Padova.
Un appuntamento per il 43% dei maschi 15enni
Sono preoccupanti i dati relativi a questi episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni, che interessano piu’ di 8 milioni di persone in Italia, inclusa la fascia giovanile tra i 18 ed i 24 anni. I maschi sono più coinvolti delle femmine: nel 2018, il 43% dei 15enni e il 37% delle 15enni ha fatto ricorso al binge drinking. Dello stesso parere anche il professor Antonio Graxì, gastroenterologo dell’università di Palermo. “Il problema è che, anche in Italia, è cambiata la modalità di consumo degli alcolici. Già a 13-14 anni – conferma Craxì – un terzo dei ragazzi e delle ragazze almeno una volta a settimana supera la dose di alcol raccomandata. Come ha dimostrato un recente studio condotto dal Policlinico Gemelli di Roma”, l’1,2% dei ragazzi tra 13 e 20 anni presentava una diagnosi di dipendenza da alcol. “E il danno legato agli alcolici lo vediamo in corsia: un quarto dei letti è occupato da pazienti sotto i 40 anni, spesso sotto i 30 anni. Pazienti con epatiti alcoliche acute e danno epatico, pronti al trapianto. Basti pensare che su 33.000 morti l’anno per cirrosi, 5000 sono legate all’alcol”, aggiunge Craxì.
Un nuovo modo di stare insieme
Per molti giovanissimi il binge drinking è diventato un nuovo modo per stare insieme, in gruppo, con il bicchiere in mano, alle feste, in discoteca, ai ritrovi nelle strade e nelle piazze, ma anche a casa, quando i genitori sono assenti. Ma perché il binge drinking mette così a rischio la salute degli adolescenti? “Perché l’alcol viene metabolizzato per l’80-90% a livello del fegato, dove sono presenti tre sistemi enzimatici che a vari livelli sono responsabili del metabolismo ed eliminazione dell’alcol, che non sono disponibili nell’adolescente, come pure sono presenti sotto forma di isoenzimi variabili in alcune popolazioni piu’ a rischio di altre di sviluppare danni da alcol, vedi gli indiani pellerossa, vedi i giapponesi. Significa che la stessa quantità di alcol ingerito – spiega ancora Burra – che potrebbe venir metabolizzata ed eliminata in un soggetto, non lo e’ in un altro di etnia diversa e cosi pure non lo e’ nell’adolescente verso l’adulto”.

I rischi non solo per il fegato
E così sempre di più medici ospedalieri segnalano un incremento dei casi di giovani adulti che vengono inviati in reparto soprattutto da altri ospedali, in quanto presentano forme acute di insufficienza epatica causate dall’abuso di bevande alcoliche. “Questi casi hanno un rischio di mortalità a sei mesi del 60% dei casi, in quanto le terapie mediche approvate non sempre sono risolutive. Sono pazienti a rischio di morte per insufficienza epatica e per infezioni, ad esempio polmoniti severe, in quanto il sistema immunitario e’ alterato dal consumo di alcol e dalla malattia epatica”, aggiunge Burra. Ma quali sono i danni irreversibili per l’organismo? “Il fegato è la principale sede del metabolismo dell’alcol, pertanto è anche l’organo primariamente colpito in questi casi. Però l’alcol puo’ influire negativamente anche su altri organi, come il cuore, il pancreas, il sistema nervoso centrale e periferico”.
Non si rischia solo il coma etilico
Non si tratta solo di un problema italiano. Secondo un report inglese dell’Office of National Statistics del 2018, in Gran Bretagna il 57% delle persone di eta’ superiore a 16 anni, assume bevande alcoliche, più di 29 milioni di persone. Un dato positivo è che i giovani tra 16 e 24 anni bevono meno degli adulti, ma quando lo fanno, le quantità sono molto più elevate. Nelle situazioni più estreme questi ragazzini rischiano il coma etilico e la vita. Chi riesce a riprendersi deve comunque affrontare problemi seri di salute. “L’assunzione di quantità esagerate di alcol nei giovani può causare alterazioni neurologiche severe, fino al coma. Questo è il rischio più comune. Poi ovviamente nel tempo possono andare incontro ad insufficienza della funzione del fegato ed arrivano alla nostra osservazione con epatite acuta, ittero, astenia franca. Il rischio di mortalità è del 60% a 6 mesi, ed e’ su questa base che il nostro centro a Padova coordina uno studio pilota sul trapianto di fegato precoce in casi selezionati di epatite acuta alcolica”.
Un fenomeno in crescita
L’alcol continua a fare danni e se ne parla ancora troppo poco. Un problema globale che coinvolge milioni di persone. Secondo un recente studio, pubblicato su The Lancet, entro il 2030 la metà degli adulti in tutto il mondo sarà considerata bevitrice (dal 45% del 1990) mentre solo il 40% non toccherà mai un alcolico. E fra una decina di anni il binge drinking coinvolgerà il 23% degli adulti almeno una volta al mese (nel 1990 erano il 18,5%).
Puntare sulla prevenzione
Per evitare che soprattutto i più giovani mettano inconsapevolmente a rischio la loro salute è bene lavorare sulla prevenzione. Ricordare quanto bere alcolici e superalcolici provochi danni alla salute. Perché spesso i ragazzini sono inconsapevoli dei rischi che affrontano durante le loro bevute. Molto possono fare le famiglie, ma anche a scuola. “La prevenzione va fatta andando nelle scuole. I medici della nostra unità per oltre 20 anni – conclude Burra – sono andati nelle scuole per fare prevenzione sulle sostanze da abuso, incluso l’alcol, in accordo con gli insegnanti ed i presidi. In alcuni incontri sono stati invitati anche i genitori, perché la cultura dello stile di vita degli adolescenti va diffusa in accordo con i genitori e gli insegnanti. Alcol, fumo, droghe, alimentazione, attività fisica e sportiva.